Umberto Saba è uno dei pochi poeti italiani,
insieme a Vincenzo Monti e a qualcun altro,
ad aver scritto poesie dedicate alla moglie,
che in una sua famosa poesia paragona a
"una bianca pollastra, a una gravida giovenca,
a una coniglia, a una rondine, a una formica..."!
Anche questo ritratto di donna, Maria, è molto originale:
"mezza bambina e mezza bestia".
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj21Nk6iY05lntPMObIPasp1UnKUQhtuwegzeAFkwjNY_RdrKylVsDb27dKGxOj5ky75zajXMbook7OpjeEOfgQNyJvM_FHec925K-kXOLaT2XT5yOIxRWbciB7Myg0-8A_9SpBRthwMpOt/s320/Maria+-+Saba.jpg)
E tutti questi paragoni con gli animali più svariati
potrebbero sembrare irriverenti e poco lusinghieri per
sua moglie e per le donne in generale, se ci si soffermasse
alla superficie senza riuscire a penetrare il significato
profondo e affettuoso che il poeta dà loro...
Fanciulle Maria ti guarda con gli occhi un poco
come Venere loschi.
Cielo par che s'infoschi
quello sguardo, il suo accento è quasi roco.
Non è bella, né in donna ha quei gentili
atti, cari agli umani;
belle ha solo le mani,
mani da baci, mani signorili.
Dove veste, sue vesti son richiami
per il maschio, un'asprezza
strana di tinte. È mezza
bambina e mezza bestia. Eppure l'ami.
Sai ch'è ladra e bugiarda, una nemica
dei tuoi intimi pregi;
ma quanto più la spregi
più la vorresti alle tue voglie amica.
(Umberto Saba, dal Canzoniere, ed. Einaudi, Torino 1961)