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domenica 13 maggio 2012

Una poesia per la madre...

Oggi, 13 maggio 2012, qui in Italia è la Festa della Mamma. Quella con la M maiuscola, quella che ognuno ha o ha avuto e che, appena nati è stata la prima, talvolta l'unica persona che, dopo averci dato la vita,ci ha permesso di sopravvivere. Infatti il cucciolo dell'uomo è l'unico essere vivente che al momento della nascita è completamente inerme e incapace di sopravvivere senza aiuto: riesce solo a piangere e a stringere le dita delle manine nel tentativo di afferrare una qualsiasi speranza di salvezza.
Questo gesto istintivo, retaggio primordiale, il neonato lo perde dopo i tre mesi, ma avrà bisogno di altro tempo prima di potersi muovere per cercare cibo e tutto ciò che possa garantirgli la sopravvivenza. Per festeggiare tutte le mamme, e ricordare quelle che non sono più accanto ai loro figli, ecco allora una poesia...
Supplica È difficile dire con parole di figlio ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio. Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore. Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere: è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia. Sei insostituibile. Per questo è dannata alla solitudine la vita che mi hai data. E non voglio esser solo. Ho un ‘infinita fame d’amore, dell’amore di corpi senz’anima. Perché l’anima è in te, sei tu, ma tu sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù: ho passato l’infanzia schiavo di questo senso alto, irrimediabile, di un impegno immenso. Era l’unico modo per sentire la vita, l’unica tinta, l’unica forma: ora è finita. Sopravviviamo; ed è la confusione d’una vita rinata fuori della ragione. Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire. Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile... (Pier Paolo Pasolini)