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venerdì 23 dicembre 2011

Natale...



Ecco come interpreta il Natale un grande poeta siciliano del '900...








Natale

Guardo il presepe scolpito,
dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.
Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure di legno: ecco i vecchi
del villaggio e la stella che risplende,
e l'asinello di colore azzurro.
Pace nel cuore di Cristo in eterno;
ma non v'è pace nel cuore dell'uomo.
Anche con Cristo e sono venti secoli
il fratello si scaglia sul fratello.
Ma c'è chi ascolta il pianto del bambino
che morirà poi in croce fra due ladri?

(S. Quasimodo)

giovedì 22 dicembre 2011

La poesia del/di Natale...

Grandi poeti hanno cercato di esprimere in versi la poesia del Natale...
Naturalmente i toni sono diversi e vanno dal più cupo pessimismo
ai colori pastello della speranza e della voglia di tornare
all'infanzia, quando tra un Natale e l'altro sembrava passare
un'infinità di tempo e tutto era, o sembrava, nuovo, pulito, semplice...

La nostra rassegna di poesie natalizie inizia con una lirica un po'
triste di Giuseppe Ungaretti:

NATALE

Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade

Ho tanta
stanchezza
sulle spalle

Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata

Qui
non si sente
altro
che il caldo buono

Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare


(Giuseppe Ungaretti
Napoli, il 26 dicembre 1916)

lunedì 19 dicembre 2011

Borges e la luna...


Anche Jorge Louis Borges si è dedicato alla poesia haiku:
nel 1981 ha scritto 17 haiku
e due tra queste si ispirano alla luna:







Bajo la luna .................... Sotto la luna
la sombra que se alarga ...... l'ombra che si allunga
es una sola. .................... è una sola.


Luna nueva ..................... Luna nuova...
ella también la mira ....... anche lei la guarda
desde otro puerto. ............. da un altro porto.

(J.L. Borges)

sabato 17 dicembre 2011

MalaLuna 2




E questo è un haiku in cui la luna
viene apertamente insultata


Stupida luna!
Perché indifferente mi
guardi e sorridi? .

(MAP 11 febbraio 2006)

MalaLuna

La luna viene poi decisamente maltrattata da un grande poeta del Novecento, che le rimprovera la sua fredda indifferenza e la sua "eternità" di fronte alla fragilità e alla caducità delle cose umane.

ELEGIA

Gelida messaggera della notte,
sei ritornata limpida ai balconi
delle case distrutte, a illuminare
le tombe ignote, i derelitti resti
della terra fumante. Qui riposa
il nostro sogno. E solitaria volgi
verso il nord, dove ogni cosa corre
senza luce alla morte, e tu resisti.

(Salvatore Quasimodo)

venerdì 16 dicembre 2011

Solitudine...

Ancora la luna in questa lirica di Saffo:
il tema di questo frammento 52 è quello,
sempre attuale, della solitudine...

La luna è tramontata...

Δέδυκε μεν ἀ σελάννα .......... Tramontata è la luna,
καὶ Πληΐαδεσ, μέσαι δὲ ......... anche le Pleiadi. È mezza-
νύκτεσ πάρα δ᾽ ἔρχετ᾽ὤρα, ...... notte, il tempo fugge
ἔγω δὲ μόνα κατεύδω ........... ma io dormo sola.
(Saffo)

“The silver moon is set;
The Pleiades are gone;
Half the long night is spent,
and yet I lie alone.”

Saffo – Frammento 52

…Sometimes I ask myself how it is possible that
the first lyric poet had said it all almost 3000 years ago.

giovedì 15 dicembre 2011

O falce di luna calante...

Anche D'Annunzio subisce il fascino della luna, che fin dall'antichità è stata identificata con una divinità femminile,Iside per gli Egizi, Artemide per i Greci, Diana per i Romani...
e in questa lirica il poeta abruzzese raggiunge una musicalità impareggiabile!





O falce di luna calante
che brilli su l’acque deserte,
o falce d’argento, qual mèsse di sogni
ondeggia al tuo mite chiarore qua giù!

Aneliti brevi di foglie,
sospiri di fiori dal bosco
esalano al mare: non canto non grido
non suono pe ’l vasto silenzio va.

Oppresso d’amor, di piacere,
il popol de’ vivi s’addorme...
O falce calante, qual mèsse di sogni
ondeggia al tuo mite chiarore qua giù!

(Gabriele D’Annunzio)

Saffo e la luna...









Ecco come la più grande poetessa dell'antichità
ci racconta la luna...

Αστερεs μέν ἀμφι......... Le stelle intorno
κάλαν σελάνναν .......... alla bella luna
ἆιψ ἀπυκρύπτοισι ........ di nuovo nascondono il loro
φάεννον εἶδοs, .......... volto luminoso
ὄπποτα πλήθοισα ......... quando lei, piena,
μάλιστα λάμπηs .......... soprattutto risplende
ἀργυρια γᾶν ............ argentea sulla terra.

(Saffo)

La luna...


Il "topos" della luna

La luna ha spesso ispirato i poeti...

Per Saffo, come in seguito per Leopardi,
("Canto notturno di un pastore..."),
e, come vedremo anche per Quasimodo, la luna ha spesso il ruolo di
spettatrice e testimone impassibile di fronte al dolore umano.

Ecco infatti come si rivolge a lei il poeta di Recanati

Alla luna

O graziosa luna, io mi rammento
che, or volge l'anno, sovra questo colle
io venia pien d'angoscia a rimirarti:
e tu pendevi allor su quella selva
siccome or fai, che tutta la rischiari.
Ma nebuloso e tremulo dal pianto
che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci
il tuo volto apparia, che travagliosa
era mia vita: ed è, né cangia stile,
o mia diletta luna. E pur mi giova
la ricordanza, e il noverar l'etate
del mio dolore. Oh come grato occorre
nel tempo giovanil, quando ancor lungo
la speme e breve ha la memoria il corso,
il rimembrar delle passate cose,
ancor che triste, e che l'affanno duri!

(Giacomo Leopardi)

mercoledì 14 dicembre 2011

Haiku demenziali 1

Inauguriamo la serie degli haiku anarchici...
Dell'originale genere poetico nipponico (rima baciata ;)
hanno solo la struttura metrica...
i temi sono svariati e tendono tutti al demenziale!

Alla sua tomba
va tutti i giorni il fu
Mattia Pascal!


(Amleto Dubbioso)

Hi, seagull! Tell me: ................ Ehi tu, gabbiano!
what's your name? Livingston,....... Qual è il tuo nome, dimmi.
I presume... maybe? ................Livingston, forse?

(Dedicato a un gabbiano...esploratore!)

(Amleto dubbioso 27 luglio 2010)

domenica 11 dicembre 2011

Haiku di Amleto Dubbioso



Ecco alcune haiku di Amleto Dubbioso...


Sovente il dubbio ........... Frequently the doubt
mi tormenta ed assilla: .... is stalking me and pester:
che devo fare? ............. but what should I do?

(Amleto Dubbioso - 15 aprile 2006)


Ofelia, perché ............... Ophelia, tell me,
un dubbio opprimente ti ...... why a shocking doubt just now
rende demente? .................... is making you mad?

(Amleto Dubbioso 19 settembre 2006)


L'autunno incombe: .............. autumn is coming:
la mia estate svanisce! ........ my summer's fading away!
Il sole dov'è? .............. Oh, where is the sun?

(Amleto Dubbioso 18 settembre 2006)

mercoledì 7 dicembre 2011

La poesia minimalista: l’Haiku giapponese

Esiste un tipo di poesia
adatta a permettere ai nostri alunni,
(di Scuola Media e del biennio delle Superiori),
un incontro ravvicinato e non traumatico
con questo tipo di arte sublime.

Si tratta dell'haiku, poesia giapponese minimalista,
che nel tipo tradizionale sceglie i suoi temi ispirandosi
alla natura, alle stagioni, ai sentimenti più semplici e spontanei...
Naturalmente gli argomenti possono essere svariati:
si va dalla fantascienza allo sport ed anche il tono può variare,
da quello romantico - sentimentale a quello demenziale o a quello fantascientifico!
(in questo caso l'haiku prende il nome di fantaiku).

L'unica cosa che bisognerebbe rispettare è la metrica:

Un haiku, tradizionale o fanta che sia, è senza titolo
ed è composta di un'unica terzina, i cui versi sono
un quinario,
un settenario,
un quinario.

Questo tipo di componimento poetico così semplice e "naif",
viene di solito accolto bene dai ragazzi, (soprattutto dalle
ragazze!) e si presta ad un tentativo di scrittura creativa
da parte loro.

I temi delle loro haiku sono molto fantasiosi e pittoreschi:
qualcuno parla della sua squadra di calcio, qualcun altro di
musica, ma la cosa più interessante da fare è quella di metterla
in rete su un sito fatto apposta :

www.fantascienza.com/fantaiku/

Un haiku invernale plurilingue
di un mio amico che ha fatto del dubbio un'arte:

nevica ancora...
neige tombe sur ma vie..
snow lovely falls...


(Amleto Dubbioso 12 marzo 2006)

Haiku! (3)

Parliamo ancora di haiku:

"Parte fondamentale dello haiku, è un "termine particolare" (kigo )
che identifica, evocandola, una stagione.
Questo componimento poetico è infatti strettamente connesso alla "natura".
E’ l’espressione del sentimento che il contatto con la natura suscita.
Il kigo (o riferimento stagionale) non deve necessariamente essere il nome stesso della stagione, ma più semplicemente è un elemento che ne consenta l’individuazione, suscitando sensazioni ed emozioni legate al momento descritto.

E’ questa parola che "carica di significato" e "colora" il contesto della composizione.
E’ la "voce della natura". Non urla mai, sussurra all’orecchio.
Il kigo è un termine obbligato nella stesura di un haiku,
anche se alla fine del secolo scorso è stato ampiamente contestato e considerato quasi un’inutile artificio letterario.

Lo haiku che non include il kigo (mu-kigo) cioè "senza stagione", non deve in ogni caso intendersi privo di significato.

Le stagioni segnano il ritmo della vita per flora e fauna.
I loro colori, i loro profumi, danno all’esistenza stessa dell’uomo una "profondità diversa",illuminando o spegnendo, evocando o disperdendo emozioni antiche e sempre nuove sensazioni".

E questo è un altro haiku di Basho, uno dei primi e più
interessanti creatori e cultori di questo genere poetico:

haru nare ya .............. E' primavera
na mo naki yama no...... Una collina che non ha nome
asagasumi ................. velata nel mattino.

(Matsuo Basho - 1644-1694)

martedì 6 dicembre 2011

Haiku! (2)

Qual è la forma dell'haiku?

X X X X X
X X X X X X X
X X X X X

La forma dovrebbe cercare di rispettare quella classica di tre versi di cinque, sette e ancora cinque sillabe, o per lo meno mantenersi su una struttura di tre linee, di cui la prima corta, la seconda lunga e la terza nuovamente corta.
Un titolo non è mai necessario perché andrebbe in conflitto con la natura minimalista dell'haiku.
La punteggiatura va usata con sapienza per eliminare ambiguità e scandire le pause; le maiuscole usate secondo le regole della prosa, per i nomi propri e dopo il punto.

Ovviamente queste regole devono essere elastiche: infatti è meglio scrivere un haiku che non rispetti i limiti di lunghezza ma che sia evocativo piuttosto che scrivere uno perfetto dal punto di vista formale ma piatto o noioso.

Ed ora un haiku del grande maestro Basho:

furu ike no
kawatsu tobikomu
mizu no oto

Nel vecchio stagno
una rana si tuffa.
Il rumore dell'acqua

Haiku!


Un tipo di componimento poetico che ben si presta ad un primo approccio
con la poesia da parte di neofiti di codesta arte, come lo sono di solito
gli adolescenti, è sicuramente l'haiku

Ma che cosa è un haiku?

E' una forma di poesia minimalista nata in Giappone e poi diffusasi
in Europa nel corso dei secoli XIX e XX.

La forma classica dell' haiku nasce verso la fine del 1600 con il grande poeta giapponese Basho.
Come una pittura o un giardino zen, l' haiku deve essere oggetto di meditazione, attraverso la quale possiamo scoprire la verità essenziale nascosta
dentro i suoi versi.
L'haiku deve avere carattere di immediatezza evitando astrazioni e metafore e deve basarsi su immagini concrete per descrivere le sensazioni
del poeta (di solito si usa il tempo presente).
Deve cercare di essere introspettivo e porre in primo piano verità, significati, difetti della vita umana;
deve usare un linguaggio di tutti i giorni, evitando il linguaggio fiorito o magniloquente della poesia tradizionale;
deve mantenere un tono riflessivo, di eleganza discreta,
esprimere amore per le cose semplici.

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Primo approccio con la poesia...


Affrontare l'argomento "poesia" con alunni del biennio della scuola superiore
o, ("peggio mi sento", dicono a Roma), della scuola media,
non è facile!

Analizzare una poesia dal punto di vista semantico, lessicale,
metrico, stilistico, eccetera eccetera, richiede una tale quantità
di prerequisiti che si rischia di trascorrere un intero anno
scolastico a studiare figure fonetiche, figure retoriche,
figure stilistiche...
prima di poter leggere una sola, breve poesia!

E allora?
Che fare?
Rinunciare alla poesia?

Non possiamo! Non dobbiamo!! Non vogliamo!!!

La poesia, come altre forme d'arte, ad esempio quelle iconiche
come la pittura e la scultura, o la musica, può essere compresa a livello
istintivo e, per così dire, fruìta anche dai "non addetti ai lavori",
anche da persone culturalmente "naives", come sono sempre più
spesso e sempre più a lungo i nostri alunni.

L'arte infatti non si rivolge alla logica e alla razionalità,
ma alla sensibilità, alla soggettività, alla fantasia...

Naturalmente la poesia, come del resto la narrativa, un prerequisito lo esige:
gli alunni devono saper leggere e capire quello che leggono,
quindi avere un sufficiente patrimonio semantico-lessicale,
altrimenti non si va da nessuna parte!

Un’astuzia didattica a cui l’insegnate può ricorrere,
nell’affrontare in classe per la prima volta questo argomento,
può essere quella di proporre poesie brevi, lessicalmente e
semanticamente accessibili, che trattino temi interessanti e
accattivanti...

Io da qualche anno ho trovato ed ho provato un tipo di
componimento poetico, adatto ad un primo approccio
con la poesia...

continua al prossimo post -->

sabato 3 dicembre 2011

Itaca (Lucio Dalla)

Anche un cantautore contemporaneo, Lucio Dalla,
ha sentito la suggestione dell'eroe omerico,
simbolo dell'incessante ricerca di conoscenza e avventura
da parte dell'uomo...
("Fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza" gli aveva fatto dire Dante).
E Ulisse fornisce a Dalla l'ispirazione per una canzone che
in effetti è una poesia che incontra la musica...
Il punto di vista è quello di uno dei marinai dell'eroe che,
pur esprimendo nostalgia per la sua casa e la patria lontana,
è comunque attratto dalle imprese a cui il suo capitano lo chiama.

Itaca

Capitano
Che hai negli occhi
Il tuo nobile destino
Pensi mai al marinaio
A cui manca pane e vino?
Capitano
Che hai trovato
Principesse in ogni porto
Pensi mai al rematore
Che sua moglie crede morto?
Itaca, Itaca, Itaca
La mia casa ce l'ho solo là
Itaca, Itaca, Itaca
Ed a casa io voglio tornare
Dal mare
Dal mare
Dal mare
Capitano
Le tue colpe
pago anche io coi giorni miei
mentre il mio più gran peccato
fa sorridere gli dei
e se muori è un re che muore
la tua casa avrà un erede
quando io non torno a casa
entran dentro pane e sete
Capitano che risolvi
Con l'astuzia ogni avventura
Ti ricordi di un soldato
Che ogni volta ha più paura?
Ma anche la paura in fondo
Mi dà sempre un gusto strano
Se ci fosse ancora mondo
Sono pronto, dove andiamo.


Itaca (Costantino Kanafis)

Un altro interessante poeta greco,
Costantino Kanafis, vissuto tra '800 e '900,
celebra in questa poesia l'eroe greco più famoso,
che con la sua poliedrica personalità, "il suo multiforme ingegno",
ha determinato la nascita nella cultura occidentale di quel
fenomeno detto "ulissismo".
Numerosi sono infatti i poeti e gli scrittori che ne hanno
subito il fascino e lo hanno ricordato o accolto nelle loro opere:
Dante, Foscolo, Pascoli, D'annunzio, Joyce...


ITACA

Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere d'incontri
se il pensiero resta alto e il sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo
né nell'irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l'anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga
che i mattini d'estate siano tanti
quando nei porti - finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche aromi
penetranti d'ogni sorta, più aromi
inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca
- raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo,per anni, e che da vecchio
metta piede sull'isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.

Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos'altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
Già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.

(Costantinos Kavafis)

venerdì 2 dicembre 2011

Το γιασεμί - Il gelsomino


La mia amica greca Αμαλία,
mi ha inviato qualche tempo fa una bella poesia
di Giorgos Seferis, uno dei maggiori poeti greci
contemporanei...

Το γιασεμί ................. Il Gelsomino

Είτε βραδιάζει .................. Se annotta
είτε φέγγει ..................... se albeggia
μένει λευκό ..................... resta bianco
το γιασεμί....................... il gelsomino.

[Γιώργος Σεφέρης]

giovedì 1 dicembre 2011

Ma chi è il poeta?


Ma chi è il poeta???
Ecco come lo (si) descrive Aldo Palazzeschi:


Chi sono?

Son forse un poeta?
No, certo.
Non scrive che una parola, ben strana,
la penna dell'anima mia:
"follia".
Son dunque un pittore?
Neanche.
Non ha che un colore
la tavolozza dell'anima mia:
"malinconia".
Un musico, allora?
Nemmeno.
Non c'è che una nota
nella tastiera dell'anima mia:
"nostalgia".
Son dunque... che cosa?
Io metto una lente
davanti al mio cuore
per farlo vedere alla gente.
Chi sono?
Il saltimbanco dell'anima mia.


(Aldo Palazzeschi - Poesie)

martedì 29 novembre 2011

...e una ricetta in inglese:



Ecco come deve essere una poesia secondo
Archibald Mcleish:
A poem should not mean
But be





Ars Poetica

A poem should be palpable and mute
As a globed fruit
Dumb
As old medallions to the thumb

Silent as the sleeve-worn stone
Of casement ledges where the moss has grown -

A poem should be wordless
As the flight of birds

A poem should be motionless in time
As the moon climbs

Leaving, as the moon releases
Twig by twig the night-entangled trees,

Leaving, as the moon behind the winter leaves,
Memory by memory the mind -

A poem should be motionless in time
As the moon climbs

A poem should be equal to:
Not true
For all the history of grief
An empty doorway and a maple leaf
For love
The leaning grasses and two lights above the sea -

A poem should not mean
But be


(Archibald Mcleish)


Ars poetica


una poesia dev'essere palpabile e muta
come un frutto rotondo

silenziosa
come i medaglioni antichi sotto il pollice

tacita come la pietra levigata dalle maniche
sui davanzali dov'è cresciuto il muschio

una poesia dev'essere senza parole
come il volo degli uccelli

una poesia dev'essere immota nel tempo
come ascende la luna

lasciare, come la luna abbandona
ramoscello per ramoscello la notte aggrovigliata d'alberi.

lasciare, come la luna lascia dietro di sé l'inverno,
ricordo per ricordo la mente

una poesia dev'essere immota nel tempo
come ascende la luna

una poesia dev'essere uguale a:
non vera

per tutta la storia del dolore
una porta vuota e una foglia d'acero

per l'amore
le erbe reclini e due luci sul mare

una poesia non deve significare
ma essere.


(Archibald Mcleish)

Poesia: una ricetta francese...


Ecco la ricetta di poesia che ci consiglia
Paul Verlaine

Art Poétique

De la musique avant toute chose,
Et pour cela préfère l’Impair
Plus vague et plus soluble dans l’air,
Sans rien en lui qui pèse ou qui pose.

Il faut aussi que tu n’ailles point
Choisir tes mots sans quelque méprise :
Rien de plus cher que la chanson grise
Où l’Indécis au Précis se joint.
C’est des beaux yeux derrière des voiles,
C’est le grand jour tremblant de midi,
C’est, par un ciel d’automne attiédi,
Le bleu fouillis des claires étoiles !
Car nous voulons la Nuance encor,
Pas la Couleur, rien que la nuance !
Oh ! la nuance seule fiance
Le rêve au rêve et la flûte au cor !
Fuis du plus loin la Pointe assassine,
L’Esprit cruel et le Rire impur,
Qui font pleurer les yeux de l’Azur,
Et tout cet ail de basse cuisine !
Prends l’éloquence et tords-lui son cou !
Tu feras bien, en train d’énergie,
De rendre un peu la Rime assagie.
Si l’on n’y veille, elle ira jusqu’où ?
O qui dira les torts de la Rime ?
Quel enfant sourd ou quel nègre fou
Nous a forgé ce bijou d’un sou
Qui sonne creux et faux sous la lime ?
De la musique encore et toujours !
Que ton vers soit la chose envolée
Qu’on sent qui fuit d’une âme en allée
Vers d’autres cieux à d’autres amours.
Que ton vers soit la bonne aventure
Eparse au vent crispé du matin
Qui va fleurant la menthe et le thym…
Et tout le reste est littérature.


(Paul Verlaine)


Arte Poetica

La musica, prima di ogni altra cosa:
e per questo preferisci l’impari,
più vago e solubile nell’aria,
senza nulla in sé che pesi e posi.
E’ necessario poi che tu non scelga
le tue parole senza qualche errore:
nulla è più caro della canzone grigia
in cui l’incerto si unisca al preciso.
Sono occhi deliziosi dietro veli,
è la grande luce tremula del mezzogiorno,
è - in un cielo tiepido d’autunno -
l’azzurro brulichio di chiare stelle!
Perché vogliamo ancor la sfumatura,
non colore, ma solo sfumatura!
Oh, solo essa accoppia il sogno
al sogno e il flauto al corno!
Va più lontano possibile dall’assassina arguzia,
dal crudele spirito e dall’impuro riso,
che fanno piangere gli occhi dell’azzurro
e tutto quell’aglio di bassa cucina!
Prendi l’eloquenza e torcile il collo!
E farai bene, in vena d’energia,
a moderare un poco anche la rima.
Fin dove andrà, se non la tieni d’occhio?
Oh, chi dirà i torti della rima?
Quale bambino sordo o negro pazzo
ci ha plasmato questo gioiello da un soldo,
che sotto la lima suona vuoto e falso?
La musica, ancora e sempre!
Il tuo verso sia la cosa che va via,
che si sente fuggire da un’anima in cammino
verso altri cieli ed altri amori.
Il tuo verso sia l’avventura buona
sparsa al vento increspato del mattino
che va sfiorando la menta e il timo…
E tutto il resto è letteratura.

lunedì 28 novembre 2011

¿Qué es poesía?


Anche Gustavo Adolfo Bécquer
poeta ispanofono, si chiede
che cosa sia la poesia...
e così si risponde:


¿Qué es poesía?


¿Qué es poesía?, dices mientras clavas
En mi pupila tu pupila azul.

¡Qué es poesía! ¿Y tú me lo preguntas?
¡No me lo preguntas más!
Mirate en el espejo, mi querida: Poesía eres tú.
____________________________


- Che cos'è la poesia? - dici mentre fissi
i miei occhi con i tuoi occhi azzurri.
Che cos'è la poesia? E tu me lo domandi?
Non domandarlo più.
Spècchiati, amica mia...
la poesia sei tu!

(Gustavo Adolfo Bécquer)

domenica 27 novembre 2011

Poesia: ingredienti e dosi 2


Anche questa di Giorgio Caproni
sembra una ricetta...

Per lei

Per lei voglio rime chiare,
usuali: in -are.
Rime magari vietate,
ma aperte, ventilate.
Rime coi suoni fini
(di mare) dei suoi orecchini.
O che abbiano, coralline,
le tinte delle sue collanine.
Rime che a distanza
(Annina era così schietta)
conservino l'eleganza
povera, ma altrettanto netta.
Rime che non siano labili
Anche se orecchiabili.
Rime non crepuscolari,
ma verdi, elementari.


(G.Caproni, Poesie)

Poesia: ingredienti e dosi 1


Invece Eugenio Montale ci dà una definizione della poesia
che è quasi una ricetta: fanno sorridere
i suoi versi ironici e scanzonati...

La poesia

L'angosciante questione
se sia a freddo o a caldo l'ispirazione
non appartiene alla scienza termica.
Il raptus non produce, il vuoto non conduce,
non c'è poesia al sorbetto o al girarrosto.
Si tratterà piuttosto di parole
molto importune
che hanno fretta di uscire
dal forno o dal surgelante.
Il fatto non è importante. Appena fuori
si guardano d'attorno e hanno l'aria di dirsi:
che sto a farci?
.

(Eugenio Montale - Satura)

giovedì 24 novembre 2011

Che cos'è la poesia (3)

Una definizione molto incisiva e condivisibile di poesia
ce l'ha data un poeta palestinese:

"Non esiste un’egemonia, un centro della poesia, né una periferia.
La poesia ha messo in atto una sua globalizzazione in cui non esiste
un nord contro sud, non ci sono superpotenze né piccoli paesi.
Esplode come i funghi che spuntano dappertutto, persino sulla sabbia."


Mahmud Darwish, poeta e patriota palestinese.

Che cos'è la poesia (2)



Il concetto di poesia
è stato più volte oggetto di riflessione da parte degli stessi poeti
che hanno sentito il bisogno di spiegare cosa per loro fosse la "poesia"
e quindi di indicarci la loro poetica;
per esprimerlo qualcuno ha usato la prosa
(come ha fatto Pascoli nel suo "fanciullino").
Altri, invece, hanno usato proprio i versi.
Ad esempio Umberto Saba in questa sua composizione
non ci dà la definizione, ma cerca di descrivere
gli effetti positivi della poesia:

Poesia

E' come a un uomo battuto dal vento,
accecato di neve - intorno pinge
un inferno polare la città -
l'aprirsi, lungo il muro, di una porta.
Entra. Ritrova la bontà non morta,
la dolcezza d'un caldo angolo.
Un nome posa dimenticato,
un bacio sopra ilari volti,
che solo vedeva oscuri in sogni minacciosi.
Torna alla strada, anche la strada è un'altra.
Il tempo al bello si è rimesso;
i ghiacci spezzano mani operose,
il celeste rispunta in cielo e nel suo cuore.
E pensa che un estremo di mali un bene annunci.


(Umberto Saba)

Che cos'è la poesia (1)



Quando a scuola iniziamo il percorso - poesia,
le ragazze sono molto interessate,
i ragazzi diffidenti e talvolta annoiati.

Io, per rompere il ghiaccio, mi sono inventata una frase:

"Ragazzi, senza la poesia si vive benissimo,
ma con la poesia si vive meglio!"


Mi ha colpito la definizione che ha dato della poesia
il poeta spagnolo Antonio Gamoneda*:

«La poesia non cambia il mondo.
Ma affina e rende più forti le coscienze»


Ma che cos'è la poesia?

Bella domanda!

E' più facile definire che cosa non è o non può essere poesia...

C'è qualcuno che vuol rispondere alla domanda???
_________________________________________________
* Ha vinto il Premio di poesia Cervantes 2006

lunedì 21 novembre 2011

Il Diario della Nonna

Forse ha proprio ragione Foscolo quando sostiene che solo la

poesia può rendere immortali e fare in modo che persone e personaggi

vissuti in tempi anche molto lontani riescano ancora a dialogare con noi,

a farci avvertire ancora la loro voce, la loro presenza...

Un esempio?

Ce lo fornisce Andreas, che ha trovato il diario di

sua nonna, sulle pagine del quale le amiche,

(siamo agli inizi del '900, a Basilea),

solevano fare un disegno e trascrivere una poesia.

Leggiamone una pagina...


E per quelli, come me,che non conoscono il tedesco,
ecco la bella traduzione che ne ha fatto Andreas...

Due sono le vie,
Per le quali l’uomo
Si innalza alla virtù,
Dove una ti si chiude,
ti si apre l’altra.
Operando la ottieni se sei fortunato,
Sopportando se sei sofferente.
Beato colui che benevolo destino
conduce su entrambe!

(Schiller)

Per ricordare una tua compagna di scuola
Anny Aberle
Basilea, 17 marzo 1907

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Non vi sembra quasi di sentire il profumo di quei rami di pesco (o di melo???),
e di sentire le voci e le risate argentine delle amiche di "Nonna Speranza"???
(MAP)